Pescare a mosca con la canna a due mani o Spey
L’ arte della canna a due mani
La tecnica di pesca mosca con la canna a due mani o Spey è la disciplina che più si presta per la ricerca del SALMONE ATLANTICO.
Armando Quazzo nel suo testo “Pesca a Mosca, Il manuale completo” dice che la pesca a mosca a due mani è l’evoluzione della pesca a mosca ad una mano così come la pesca a mosca è l’evoluzione del pescatore in genere. Forse è un’espressione che ai più potrà sembrare un po’ forte, ma sicuramente la pesca a mosca a due mani ha un fascino tutto suo, oltre ad indubbi vantaggi in diverse circostanze.
Vantaggi della tecnica Spey
Pescare a streamer o a sommersa con queste attrezzature permette un notevole controllo in pesca; i mending con attrezzature oltre gli 11’ piedi saranno semplici ed efficaci, l’esca potrà più agevolmente lavorare in acqua, lontano da ostacoli di ogni tipo; si potrà così pescare negli strati d’acqua dove si presume la presenza del salmone, affrontando proficuamente la maggior parte delle situazioni di pesca, specie i luoghi con poco spazio alle spalle.
Descrizione delle principali metodologie Spey.
E’ opportuno precisare che l’obiettivo non è quello di fornire puntualmente la totalità delle informazioni descrittive delle tecniche; probabilmente non basterebbe un intero testo per farlo. L’intento è piuttosto quello di fornire una panoramica generale, volta a descriverne le principali caratteristiche, stimolando magari a successivi approfondimenti.
SPEY Classico, l’origine della tecnica a due mani
Lo Spey classico comporta l’uso di canne lunghe, tendenzialmente dai 15’ piedi di lunghezza in su, con azione progressiva, fatte lavorare con movimenti ampi, sfruttando la potenza di entrambe le braccia, seppur con proporzioni diverse. Vengono impiegate code di tipo long head, di solito oltre i 50’ di lunghezza, almeno tre volte la lunghezza della canna impiegata, solitamente integrate con una running line. Viste le lunghezze delle code impiegate, fino a superare i 75′ di lunghezza, si tratta del metodo che necessita della maggior padronanza tecnica per l’esecuzione del lancio.
Il vantaggio principale della tecnica Spey, rispetto alla tecniche di seguito descritte è la morbidezza della posa e la versatilità in pesca, nonché la piacevolezza alla vista conferita da lanci ben eseguiti.
Underhand
La tecnica spey underhand, sviluppatasi nei paesi scandinavi, comporta l’uso di canne tendenzialmente lunghe 15‘ o meno, con azione molto rapida, fatte lavorare con movimenti raccolti, ottenendo la potenza attraverso la trazione eseguita sul pomolo della canna. La mano del braccio sovrastante, detta dominante, funge da perno. Vengono impiegate code di tipo shooting head, lunghe al massimo tre volte la lunghezza della canna impiegata, solitamente non integrate con una “running line“, ma collegate a queste tramite una connessione di tipo loop to loop. Le running line, dette anche shooting line, possono essere sia a sezione circolare che a sezione piatta/ovale, garantendo elevata scorrevolezza tra gli anelli della canna durante lo shooting. L’uso del polyleader è necessario e propedeutico al lancio ed all’azione di pesca. Si tratta di un metodo di lancio più semplice rispetto allo spey classico, purché i movimenti e fasi di lancio vengano correttamente eseguiti. I vantaggi principali della tecnica underhand rispetto allo spey classico, sono la maggior semplicità di lancio, la possibilità di eseguire lanci in condizioni di minor spazio e la possibilità di raggiungere distanze notevoli con poco sforzo fisico.
Skagit
Si tratta di una tecnica sviluppatasi lungo la costa ovest americana, volta ad insidiare le grosse steelhead che risalgono il fiume Skeena (British Columbia) ed i suoi affluenti. Comporta l’uso di canne tendenzialmente lunghe non oltre i 14‘, con azione molto “morbida” e progressiva, fatte lavorare con movimenti specifici. Vengono impiegate code di tipo Skagit, particolarmente corte, solitamente non integrate con la “running line“, ma collegate a questa tramite una connessione loop to loop. Sono code il cui “belly” ha una sezione elevata, non pensate per lanci particolarmente lunghi, ma in grado di proiettare in avanti pesanti e voluminose esche nei più proficui tratti di corrente. Il polyleader è sostituito da specifiche punte caratterizzate da diversi gradi di affondamento. Con queste code possono essere eseguiti alcuni lanci tipici della tecnica spey classica, anche se risulta più proficuo effettuare lanci specifici, pensati apposta per queste tipologie di code. Il vantaggio principale della tecnica skagit è la possibilità di lanciare esche grandi e pesanti, difficilmente lanciabili con la tecnica spey classica ed underhand.
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